Minuit à Paris


- Parigi duemilaTredici - 
#1




Qualcuno che forse legge questo blog mi aveva consigliato di non cercare risposte in Parigi: cerca solo di cogliere i suggerimenti che la città di offre, senza aspettarti di tornare diverso. Parigi, o qualsiasi altra meta all'infuori forse di Londra, non ti cambia, al massimo ti arricchisce.

È in quest'ottica che sono partito. Come al solito, il mio compagno di viaggio è stato Ciuffo, che per chi non lo sapesse è il mio amico dalla simpatica acconciatura che svirgola verso il cielo. Sono partito completamente vuoto e privo di domande, aspettando semplicemente di essere colpito dalle cose. Un po' come quando scrivo: a me non riesce sedermi e cominciare a battere sui tasti, deve essere l'ispirazione a prendermi. Magari riuscirò a trasmettere questo procedimento anche a voi che mi leggete.

La mia Parigi inizia da Rue du Fauborg-St Denis, il quartiere dove avevamo l'appartamento. A quanto ho capito è un po' il ghetto della città, e forse avrei dovuto intuirlo quando in metro ho visto una delle Cheetah Girls. Abbiamo trovato l'alloggio su airbnb.it, un sito che vi consiglio perché ti permette di trovare appartamenti anche a poco prezzo. La proprietaria del nostro è una certa Elodie, una tizia che parla solo giapponese e francese, quindi vi lascio immaginare come è stata avvincente la comunicazione con noi, che parliamo solo l'italiano, l'alfabeto farfallino e quel poco di inglese imparato dalla visione di tre stagioni sottotitolate di Pretty Little Liars.

L'appartamento è un buchetto in cui sono presenti una quantità impressionante di cose che non credevo potessero stare in un così piccolo spazio. Ad ogni modo, a noi servivano solo un letto e un bagno, e tutto ciò era ampiamente sufficiente, considerando che abbiamo speso pochissimo.

La giornata prosegue con una marea di chiese, strade, quartieri, posti, monumenti, riferimenti cinematografici che forse poi vi racconterò: vi basti pensare che solo il primo giorno abbiamo fatto tutto Montmartre, il Sacro Cuore, il Moulin Rouge, l'Operà, la Madeleine, fermandoci solo per mangiare una crepe alla nutella con cui mi sono notevolmente insudiciato rinunciando già da subito alla mia risibile dignità.



Non contenti e ancora digiuni, la sera decidiamo di andare a vedere la Tour Eiffel. L'effetto che fa quell'ammasso di ferraglia illuminata di notte è sconvolgente. Per un attimo, riesci a dimenticare quanto quel posto sia turistico. Nella guida c'era scritto che nel 1912 un imbecille - tale Reichelt - ha provato a volare lanciandosi dalla torre con un costume munito di ali. Morì, chiaramente: si spappolò giù, davanti a tutti.





Ma i medici dissero che non fu l'impatto a ucciderlo, bensì un infarto che lo colse durante il volo. Da questo lugubre aneddoto ho capito tre cose: la prima è che le guide turistiche possono essere molto drammatiche; la seconda è che i dottori francesi devono avere un sacco di tempo se si mettono a fare l'autopsia a un corpo caduto da trecento metri di altezza; e la terza è che a volte il cuore ti sputtana prima e peggio di quanto può fare una botta galattica.


Etichette: