Milano e un rosso splendore [Florence + The Machine 20.11.2012]


[ Fan report che ho scritto
per lamusicarock.comqui il link ]



20-11-2012

« Comunque avevano ragione quelli della direzione: stasera ci sarà una marea di gente »
« Ammazza, guarda qua che fila… »
« Che ha detto la direzione, quanti sono? »
« Diecimila, sold out »
« Diecimila?! Cazzo… »
« Ma poi chi sono questi che suonano stasera? »
« Inglesi, mai sentiti dire però… »

I due addetti alla sicurezza del Mediolanum Forum di Assago sono molto perplessi nell’osservare la fila gigantesca che si è formata davanti ai cancelli che loro stanno controllando. E sono molto perplessi perché probabilmente non hanno mai avuto il piacere di sentire i Florence and The Machine, e beati loro. Beati loro, perché possono ancora ascoltarli per la prima volta, e innamorarsene perdutamente, così come è successo a noi, tutti e diecimila.

È un’ombra, la prima cosa che vediamo. La sagoma di Florence Welch si staglia su una scenografia chiara, poco prima di rivelarsi al pubblico in tutto il suo rosso splendore. La pelle pallida, la chioma infuocata, un lungo vestito che sa di antico, terribilmente bellissima, apre la serata sulle note di Only if for a night.

foto di Linda Paladini

E continua a cantare anche per le successive quattro canzoni - What the water gave me, Drumming song, Cosmic love, All this and heaven too - senza mai rivolgersi al pubblico con parole che non appartengano ai suoi testi. Come se volesse sottolineare il fatto che è la sua voce la protagonista della serata, non inutili discorsi, non ambiziosi effetti speciali: ci sarà lei e la sua musica, e sarà meraviglioso.

“Ciao Milano. Noi siamo Florence and The Machine. Veniamo dall’Inghilterra” dice, solo adesso senza cantare. “Se siete venuti qui con un amico, o con la persona che amate, sollevatelo durante la prossima canzone” ci invita a fare, prima di cominciare una portentosa performance sulle note di Rabbit heart. La notte prosegue con quello che è forse il brano più conosciuto in Italia: You’ve got the love

Florence canta, balla, volteggia, salta, corre da una parte all’altra del palco e tutto questo non sembra influire minimamente sulla sua voce, che non ha mai un crollo né mostra mai carenze. È perfetta. E dietro di lei tutta la Machine la accompagna durante la serata, che va avanti con Lover to lover, e poi Heartlines, e poi Leave my body
Successivamente è il turno di Sweet nothing, canzone frutto della collaborazione col produttore scozzese Calvin Harris, responsabile anche della versione remixata di Spectrum. Ed è proprio prima di Spectrum che la rossa cantante ci invita ad abbracciare e scuotere i nostri vicini di posto e ballare con lei nella più totale libertà. 

La prima conclusione è lasciata a No light, no light, pezzo che nel ritornello esplode in tutta la sua potenza, sconvolgendo il pubblico che dopo un’ora e mezzo di musica è completamente stregato. Lo spettacolo è stato intenso e così pure le emozioni che abbiamo provato, e ora che c’è la consueta pausa prima che cali il sipario ci dispiace che tutto questo stia per finire. Ma il Forum si tinge di rosso perché i Florence and The Machine stanno per esibirsi con Shake it out.




Dog days are over pone fine alla notte. Florence Welch raggiunge il punto centrale della scenografia e torna ad essere un’ombra, nella stessa maniera usata inizialmente per manifestarsi. Sparisce, come un fantasma allo spuntare del sole, ma noi ne abbiamo ancora fresca l’immagine viva di quando, fino a un minuto prima, ballava sul palco come una fata dai capelli ardenti. Un’immagine che non scorderemo.

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