Orgoglio


Oh, ma che c'avranno da esse' tanto orgogliosi di esse' froci?

Avrei voluto rispondere un sacco di cose all'ometto che ieri è entrato in un bar di Via dell'Indipendenza. Non l'ho fatto, intanto perché il signore del bar gli aveva già detto qualcosa che suonava come sta' zitto demente, e poi perché dovevo tornare dai miei amici che mi aspettavano fuori.

Ed è stato un bene, probabilmente. Perché fino a ieri non avevo ancora capito cosa volesse davvero dire orgoglio. Non sapevo ancora davvero il perché dell'esistenza del Gay Pride. Okay, chiedere i diritti che non abbiamo, ma perché in questa maniera molto festosa? Perché fornire scuse a chi ci critica sostenendo che è solo una baracconata? 

Vedete, forse bisogna provare per capirlo. Andare il Gay Pride e vedere quello che ho visto io: tantissima gente. Tantissime persone che sono tutte così diverse, e quindi tutte così uguali. Vedere un ragazzino giocare con una palla insieme ai suoi due papà. Una signora anziana, avrà avuto ottant'anni, con un adesivo sulla maglietta: "Amare è un diritto di tutti". Amici che scherzano, fidanzati che si prendono per mano, o si baciano. Sì, anche dello stesso sesso, pensate. Una bambina in bicicletta con la maglietta rosa delle Famiglie Arcobaleno. Colori e sorrisi ovunque.

E ad un tratto ti rendi conto che... siamo tanti. Siamo tanti e tutti con un'estrema voglia di amare, esattamente come tutti gli altri. Siamo tanti e non dovete dimenticarlo, perché respiriamo come voi, pensiamo come voi, paghiamo le tasse come voi. Siamo tanti e non dobbiamo dimenticarlo, noi per primi: perché viviamo in un mondo in cui ogni giorno veniamo discriminati, isolati, ignorati, offesi, picchiati, portati al suicidio, e se pensiamo di essere soli rischiamo di perdere la cosa più importante, che è la speranza. 

Ecco perché il Pride esiste ed ecco perché esiste in questa forma: per ricordarci che esistiamo, e che siamo bellissimi, e di questo possiamo solo essere orgogliosi.



Bologna
9 . 6 . 2012

Noi

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